Adesso le scale non mi fanno più paura.
Forse ci sono arrivato un po’ tardi, magari con un po’ più di iniziativa/fortuna
ci sarei arrivato prima, ma ogni cosa ha un suo destino, un suo momento.
E il mio destino era “incontrare” la MIA ONLUS.
Quante volte mi sarò chiesto ce la farò a superare quei maledetti scalini
senza che qualcuno si accorga che esistono soltanto per me, almeno per me,
quando tutti gli altri nemmeno se ne avvedevano?
Forse tutti i giorni e più volte al giorno,
con la paura di dover combattere con un nemico di pietra,
senza cuore, immobile, insensibile alle mie difficoltà,
nonostante le mie preghiere, imprecazioni, suppliche, fermo lì, sempre, immobile.
La vita è fatta a scale, mi dicevo,
ogni giorno c’è un piccolo scalino da superare, un ostacolo da affrontare,
cosa saranno mai 25 cm di dislivello alla volta, ma adesso,
ho capito che non erano le scale a spaventarmi,
ma che “gli altri” si accorgessero della loro esistenza per me,
che mi chiedessero spiegazioni, che ponessero interrogativi.
Era la paura di apparire “diverso” agli occhi di chi mi stava intorno.
Ricordo un episodio che mi colpì da ragazzo.
Dovevo frequentare le scuole elementari, o forse medie,
quando la maestra ci raccontò della leggenda della Rupe Tarpea,
dove, secondo il mito, gli Spartani eliminavano i neonati deformi e troppo deboli,
facendoli precipitare dal monte,
che adesso non ricordo più come si chiamava.
Ecco, con gli occhi di bambino, pensavo che,
in fondo a quel monte, ci sarei finito io se fossi nato in quell’epoca.
Era apparire diverso, allora, a farmi paura.

Luigi